“L’interno sostenitore” Bṛhadāraṇyakopaniṣad, III, VII, 3-26

(Uddālaka Āruṇi dice a Yājñavalkya)
2. (…) “O Yājñavalkya! Parlaci dell’interno sostenitore”
(Yājñavalkya risponde)
3. “Colui che stando nella terra è diverso dalla terra, che la terra non conosce, di cui la
terra è il corpo, che, interno, controlla la terra: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”

4. “Colui che stando nelle acque è diverso dalle acque, che le acque non conoscono, di cui le acque sono il corpo, che, interno, controlla le acque: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
5. “Colui che stando nel fuoco è diverso dal fuoco, che il fuoco non conosce, di cui il fuoco è il corpo, che, interno, controlla il fuoco: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
6. “Colui che stando nell’atmosfera è diverso dall’atmosfera, che l’atmosfera non conosce, di cui l’atmosfera è il corpo, che, interno, controlla l’atmosfera: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
7. “Colui che stando nel vento è diverso dal vento, che il vento non conosce, di cui il vento è il corpo, che, interno, controlla il vento: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
8. “Colui che stando nel cielo è diverso dal cielo, che il cielo non conosce, di cui il cielo è il corpo, che, interno, controlla il cielo: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
9. “Colui che stando nel sole è diverso dal sole, che il sole non conosce, di cui il sole è il corpo, che, interno, controlla il sole: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
10. “Colui che stando nella luna e nelle stelle è diverso dalla luna e dalle stelle, che la luna e le stelle non conoscono, di cui la luna e le stelle sono il corpo, che, interno, controlla la luna e le stelle: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
11. “Colui che stando nello spazio etereo è diverso dallo spazio etereo, che lo spazio etereo non conosce, di cui lo spazio etereo è il corpo, che, interno, controlla lo spazio etereo: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
12. “Colui che stando nelle quattro direzioni è diverso dalle quattro direzioni, che le quattro direzioni non conoscono, di cui le quattro direzioni sono il corpo, che, interno, controlla le quattro direzioni: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
13. “Colui che stando nel lampo è diverso dal lampo, che il lampo non conosce, di cui il lampo è il corpo, che, interno, controlla il lampo: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
14. “Colui che stando nel tuono è diverso dal tuono, che il tuono non conosce, di cui il tuono è il corpo, che, interno, controlla il tuono: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
15. “Colui che stando in tutti gli esseri è diverso da tutti gli esseri, che tutti gli esseri non conoscono, di cui tutti gli esseri sono il corpo, che, interno, controlla tutti gli esseri: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale. Questo per quanto riguarda il mondo esterno; ora per quanto riguarda l’individuo.”
16. “Colui che stando nel respiro è diverso dal respiro, che il respiro non conosce, di cui il respiro è il corpo, che, interno, controlla il respiro: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
17. “Colui che stando nella parola è diverso dalla parola, che la parola non conosce, di cui la parola è il corpo, che, interno, controlla la parola: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
18. “Colui che stando nell’occhio è diverso dall’occhio, che l’occhio non conosce, di l’occhio è il corpo, che, interno, controlla l’occhio: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
19. “Colui che stando nell’orecchio è diverso dall’orecchio, che l’orecchio non conosce, di cui l’orecchio è il corpo, che, interno, controlla l’orecchio: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
20. “Colui che stando nell’intelletto è diverso dall’intelletto, che l’intelletto non conosce, di cui l’intelletto è il corpo, che, interno, controlla l’intelletto: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
21. “Colui che stando nella pelle è diverso dalla pelle, che la pelle non conosce, di cui la pelle è il corpo, che, interno, controlla la pelle: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
22. “Colui che stando nella coscienza è diverso dalla coscienza, che la coscienza non conosce, di cui la coscienza è il corpo, che, interno, controlla la coscienza: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
23. “Colui che stando nell’energia è diverso dall’energia, che l’energia non conosce, di cui l’energia è il corpo, che, interno, controlla l’energia: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
24. “Colui che stando nell’ottundimento è diverso dall’ottundimento, che l’ottundimento non conosce, di cui l’ottundimento è il corpo, che, interno, controlla l’ottundimento: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
25. “Colui che stando nel seme è diverso dal seme, che il seme non conosce, di cui il seme è il corpo, che, interno, controlla il seme: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.”
26. “Il veggente non visto, l’ascoltatore non udito, il pensatore non pensato, il conoscitore non conosciuto: non vi è altro veggente, non vi è altro ascoltatore, non vi è altro pensatore, non vi è altro conoscitore; è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale: quel che è altro da esso, è soggetto al dolore.”
Dopodiché Uddālaka Āruṇi se ne restò in silenzio.

Qui il testo in sanscrito.
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