Lo strapotere dei soldi

Potremmo essere spinti a pensare che l’attuale strapotere dei soldi dipenda dall’importanza che essi hanno assunto nel mondo capitalistico in cui tutti viviamo ormai da secoli. Eppure il famoso poeta sanscrito Bhartṛhari, di datazione incerta (fra il IV e il VI d.C.), è già perfettamente al corrente che la “virtù” più importante sono i soldi, come testimonia questo verso:

“Se ne vada all’inferno l’appartenenza ad una buona famiglia, e ancora più giù precipitino tutte le varie buone qualità.
Che voli da una rupe la condotta virtuosa, e ci pensi il fuoco a bruciare completamente la nobiltà d’animo.
Su quel nemico che è l’eroismo poi, cada improvvisa una folgore: i soldi solamente noi ci auguriamo di avere, poiché quando manca questa qualità, tutte le altre virtù messe insieme valgono sì e no un fico secco.”

jātir yatu rasatalaṃ guṇagaṇais tatrāpy adho gamyatāṃ
śīlaṃ śailataṭāt patatv abhijanaḥ sandahyatāṃ vahninā|
śaurye vairiṇi vajram āśu nipatatv artho’stu naḥ kevalaṃ
yenaikena vinā guṇās tṛṇalavaprāyāḥ samastā ime||

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