Archivi tag: Sanscrito

Sull’importanza della pronuncia

Sāmaveda, Chāndogyopaniṣad, II, 22, 3-5 (ca VII a.C.)
3. Tutte le vocali sono collegate a Indra [re degli dei]; le sibilanti e i modificatori vocalici [ḥ, ṃ] sono collegati a Prajāpati [dio creatore]; tutte le consonanti sono collegate a Mṛtyu [dio della morte]. Se qualcuno dovesse riprendere il cantore riguardo alle vocali, questo gli deve dire: “Mi sono rifugiato in Indra: lui ti sgriderà”. Continua a leggere

“L’interno sostenitore” Bṛhadāraṇyakopaniṣad, III, VII, 3-26

(Uddālaka Āruṇi dice a Yājñavalkya)
2. (…) “O Yājñavalkya! Parlaci dell’interno sostenitore”
(Yājñavalkya risponde)
3. “Colui che stando nella terra è diverso dalla terra, che la terra non conosce, di cui la
terra è il corpo, che, interno, controlla la terra: è lui il tuo ātman, l’interno sostenitore, immortale.” Continua a leggere

Pronunciare il sanscrito: l’alfabeto, la trascrizione (Harvard-Kyoto e coi diacritici) e la pronuncia delle parole

Il sanscrito è l’unica lingua antica di cui conosciamo con esattezza la pronuncia, grazie a dettagliate descrizioni della stessa, che troviamo in fonti antiche (sicuramente risalenti a qualche seolo a. C.: quanti esattamente, è difficile dirlo).
Pronunciare correttamente il sanscrito è estremamente facile: magari si potessero pronunciare con la stessa facilità l’inglese o il francese!
E’ fondamentale, per dotarsi di una corretta pronuncia del sanscrito, prima di tutto praticare tutte le lettere dell’alfabeto, e farlo rigorosamente ad alta voce, e quando si sono acquisiti tutti i suoni del sanscrito (come fossero i suoni di uno strumento) passare a pronunciare le singole parole, e infine praticare la lettura di frasi. Continua a leggere

Studiare sanscrito: metodo e benefici

Quando insegno sanscrito ai miei allievi, non do nulla per scontato: raccomando loro di crearsi uno spazio, fisico e mentale, adatto allo studio, di munirsi di fogli e di che scrivere, di restare il più possibile concentrati quando studiano, cercando di evitare interruzioni e distrazioni, di fare gli esercizi che assegno nel modo giusto (cioè dopo aver studiato le dispense e svolgendoli “a dispense chiuse”), di cogliere con entusiasmo i progressi, di condividere, per stemperarle e affrontarle, le frustrazioni che si incontrano lungo il percorso. Continua a leggere

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Come si studia sanscrito con me?

E’ inutile, in effetti, negarlo: lo studio del sanscrito — o comunque lo studio del sanscrito in un’ottica di reale apprendimento — non è per tutti, e questo sostanzialmente per due motivi: il primo, perché non tutti hanno la voglia e la capacità di studiare grammatica (e il sanscrito è grammatica — credetemi — prima ancora di essere lingua) e il secondo, perché non tutti hanno la voglia e la capacità (o forse è più che altro una questione di coraggio) di studiare con l’obiettivo di imparare a memoria (e la grammatica del sanscrito — di nuovo: credetemi — o la si sa a memoria, o non la si sa: non si può avere una vaga nozione della grammatica sanscrita, o meglio la si può avere, ma non serve a nulla di concreto). Continua a leggere

Corso di sanscrito a Milano: si parte a novembre!

Forse qualcuno si sarà detto: “Hei! Ma non doveva partire ad ottobre il corso di sanscrito per principianti aperto a tutti, a Milano?” In effetti ho avuto qualche difficoltà a trovare una sede adeguata: ma per fortuna ora abbiamo chi ci ospiterà (evviva!), ovvero l’Atelier Fantasia ubicato in Viale Umbria 36 20137 a Milano (filobus 90/91/92; tram 16; metro Lodi, linea gialla): quindi sono pronto a partire, anzi, non vedo l’ora! Continua a leggere

Corso di sanscrito a Milano 2019-2020

Sono aperte le iscrizioni al corso di sanscrito a Milano aperto a tutti.
Nessuna conoscenza specifica richiesta: tutti i concetti grammaticali vengono spiegati a partire da zero.
Durata: 3 Moduli da 20 ore da Novembre a Giugno in incontri settimanali da due ore l’uno.
(Il corso completo si svolge nell’arco di tre anni, ognuno con tre moduli da 20 ore l’uno)
Costo: a partire da 200 Euro per modulo da 20 ore (10Euro/h)
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Praticare sanscrito

Negli ultimi 20 anni in italiano si è diffuso l’uso del verbo praticare, per intendere l’introduzione nelle proprie vite di attività che vengono ripetute con costanza, da distinguersi però nettamente sia dallo sport, attività fisica più o meno intensa e ripetitiva, sia dallo studio e in genere dalle attività di tipo intellettuale, prettamente riflessive e astratte, lontane dalla vita pratica.
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Cos’è il sanscrito?

Il sanscrito è una lingua antica appartenente alla famiglia delle lingue indo-europee, famiglia cui appartengono la maggior parte delle lingue europee, le lingue slave, il farsi (lingua dell’Iran) e molte lingue indiane (ad eccezione delle lingue del Sud appartenenti a famiglie diverse).
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Dalla linguistica al sanscrito

Non mi stanco mai di ricordare ai miei allievi che la linguistica moderna è nata con la scoperta del sanscrito, checché ne dica Michel Foucaoult nel suo memorabile Les mots et les Choses, il quale giustamente mette in luce la relazione imprescindibile fra l’apparire di una nuova conoscenza o pratica sociale, e un “vuoto” culturale o politico che si è venuto a creare (è l’assioma della famosa “archeologia del sapere” di cui lui fu inventore e massimo esperto), vuoto senza il quale non può prendere corpo la novità culturale o politico-sociale presa in esame.
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